Il mondo di Sofia


In questa calda estate può essere piacevole cercare sollievo all’ombra di un bel libro,  oggi ho scelto  Il mondo di Sopia di  Jostein Gaarder , uscito nel 1991.

E’ un excursus filosofico narrato con ironia divulgativa e intrecciato nella trama di un romanzo.

Leggerlo fa riaffiorare alla mente concetti filosofici, storia, religione, conditi  con una leggerezza che rende piacevole e rilassante la lettura.

Al solito mi sento di consigliarlo per tornare a godere di una sana “ventata” di cultura che ci permetta di ripararci dai travagli del quotidiano.

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Il Giardino dell’Eden

Insomma, qualcosa doveva essere stato creato una volta prima dal nulla… Sofia Amundsen, Klovervein 3: c’era scritto sulla busta.

Sul pezzetto di carta c’era scritto: “Chi sei tu?” “Chi sei tu?”… No lo sapeva di preciso. Era Sofia Amundsen, naturalmente, ma chi era? Non era ancora riuscita a scurirlo del tutto.

Si mise davanti allo specchio e cominciò a fissarsi negli occhi. La ragazza nello specchio rispose, faceva tutto quello che faceva Sofia. Sofia cercò di precedere l’immagine con un movimento fulmineo, ma l’altra fu altrettanto veloce.

Sofia Amundsen non era mai stata soddisfatta del suo aspetto. Forse poteva scegliersi gli amici, ma non aveva scelto se stessa. Non aveva neanche scelto di essere un essere umano.

Nel momento in cui si trovò nel sentiero ghiaioso con la misteriosa lettera in mano, avvertì una strana sensazione. Si sentiva come una bambola diventata viva per incanto. Non era strano che fosse al mondo proprio adesso, che potesse prendere parte a questa bizzarra avventura?

Mentre Sofia rifletteva sul fatto di essere viva, cominciò anche a pensare che non sarebbe esistita per sempre. Adesso vivo, pensò. Ma un giorno non ci sarò più. C’era qualche forma di vita dopo la morte?

Il gatto ignorava anche questa domanda. Sofia si fermò a riflettere. Si sforzava di concentrarsi solo sul fatto che era viva, cercando così di dimenticare che non sarebbe esistita per sempre. Era impossibile.

Non appena metteva a fuoco il pensiero di essere viva, subito spuntava l’altro: la vita ha sempre una fine. Soltanto quando provava una forte emozione all’idea che un giorno sarebbe scomparsa, si rendeva conto di quanto la vita fosse infinitamente preziosa.

Erano come le due facce di una stessa moneta. La vita e la morte erano due aspetti della stessa cosa. Non è possibile sentirsi vivi senza essere consapevoli che si deve morire, pensò. Analogamente è impossibile riflettere sul fatto che si deve morire senza pensare al contempo che vivere è una cosa meravigliosamente strana.

Sofia non si era assicurata che la cassetta fosse vuota. Anche su questa busta c’era scritto il suo nome. Da dove viene il mondo? C’era scritto. Tutte le volte che le avevano parlato del giardino dell’Eden, si era seduta nel Covo e aveva immaginato che fosse il suo piccolo paradiso privato. Tutto ciò che esiste deve pur avere un inizio. Di conseguenza anche il cosmo doveva aver avuto origine da qualcos’altro. Per la terza volta Sofia andò alla cassetta delle lettere. C’era una cartolina…

Perché un padre avrebbe dovuto mandare una cartolina d’auguri all’indirizzo di Sofia quando era palese che doveva essere spedita da un’altra parte? In un solo pomeriggio e nel giro di un paio di ore doveva affrontare tre misteri.

Il primo riguardava l’identità della persona che aveva imbucato le due buste bianche nella sua cassetta postale. Il secondo era legato alle difficili domande contenute nelle lettere. Il terzo era scoprire che fosse Hilde Moller Knag e perché Sofia avesse ricevuto una cartolina d’auguri indirizzata a quella ragazza sconosciuta.

 Il Cappello a Cilindro Aprì la cassetta della posta. Scoprì il suo nome su una delle buste. Sul retro c’era scritto: “Corso di Filosofia. Maneggiare con molta cura.” La busta conteneva tre grandi fogli scritti a macchina, tenuti insieme da un fermaglio. Sofia cominciò a leggere: Che cos’è la Filosofia? Qual è la cosa più importante nella vita? Se lo chiediamo a chi sta morendo di fame, ci dirà che è il cibo. A chi patisce di freddo, la risposta sarà il caldo. Qualcuno che si sente solo, la sua replica sarà incentrata sulla fratellanza con altri uomini.

Ora, ammesso che tutte queste necessità siano soddisfatte esiste forse ancora qualcosa di cui tutti gli esseri umani hanno bisogno? Per i filosofi sì. Tutti noi abbiamo la necessità di trovare una risposta a due domande: Chi siamo? E Perché viviamo?. Chiedersi perché esistiamo non è un interesse occasionale: non sta sullo stesso piano del collezionare francobolli. Noi sappiamo che il mondo non è né un imbroglio né un inganno perché camminiamo sulla Terra e noi stessi ne facciamo parte…………….

E’ assai improbabile che un giorno tu ti imbatta in una creatura di un altro pianeta. Invece è possibile che tu ti imbatta in te stessa. Un giorno ti fermi di colpo e pensi a te stessa in modo completamente nuovo.

La maggior parte delle persone è così presa dalle cose di tutti i giorni che il pensare all’esistenza occupa l’ultimissimo posto (scivolano giù, giù nella pelliccia del coniglio, si sistemano ben bene e rimangono lì per tutta la vita). I Miti Un precario equilibrio di potere tra le forze del bene e quelle del male… L’immagine mitologica del mondo

Con il termine filosofia facciamo riferimento a un nuovo modo di pensare che nacque in Grecia circa 600 anni a.C. Prima di quell’epoca erano le diverse religioni a fornire le risposte a tutte le domande che gli uomini si ponevano: tali spiegazioni di tipo religioso venivano tramandate di generazione in generazione attraverso i miti.

Tali spiegazioni mitologiche sono fiorite per interi millenni in tutto il mondo. I filosofi greci cercarono quindi di dimostrare agli uomini che queste interpretazioni dell’universo erano inattendibili.

Europa del Nord: Perché piove? Perché Thor fa ruotare il suo martello. Proprio per questo egli divenne una delle divinità principali per i popoli del Nord. Thor ricopriva un ruolo decisivo: il suo martello, oltre a far piovere, gli conferiva un potere quasi illimitato contro le pericolose forze del caos.

In Grecia le divinità si chiamavano Zeus, Apollo, Era, Atena, Dionisio, Asclepio… Verso il 700 a.C. molti dei miti greci furono messi per iscritto da Omero ed Esiodo. Non appena i miti furono scritti fu possibile cominciare a discuterne. Un esempio di questo atteggiamento critico verso i miti lo troviamo nel filosofo Senofane che visse nel 570 a.C. Da un modo di pensare mitologico si passa a un tipo di ragionamento che ha come basi l’esperienza e la logica.

I Filosofi della Natura   Niente può essere creato dal niente…   Il progetto dei filosofi   Quando riusciamo a definire con precisione qual è il progetto di un particolare filosofo, siamo in grado di   seguire con più facilità i suoi ragionamenti.   I filosofi della Natura   I primi filosofi greci sono chiamati “filosofi della natura”. Secondo loro era scontato il fatto che “qualcosa”   fosse sempre esistito.

Si sviluppò l’idea secondo cui ci doveva essere un “principio” di tutte le trasformazioni che avvengono in   natura. Doveva essere “qualcosa” da cui tutto si originava e a cui tutto tornava.   I filosofi della natura fecero il primo passo verso un modo di pensare “scientifico”.   Quel poco che conosciamo si trova negli scritti di Aristotele, che visse quasi 200 anni dopo di loro.

Tra i filosofi più significativi si ricordano:

Talete :

l’acqua è principio di tutte le cose. Forse intendeva rilevare che la vita nasce dall’acqua e si trasforma nuovamente in acqua quando si decompone.  

Anassimandro :

 il nostro è solo uno dei molti mondi che nascono da qualcosa e muoiono in qualcosa che egli chiamò àpeiron, cioè “infinito”.  

Anassimene :

la materia di cui sono formate tutte le cose doveva essere l’aria infinita. Analogamente riteneva che il fuoco non fosse che aria rarefatta. Secondo Anassimene, quindi, la terra, l’acqua e il fuoco   avevano origine dall’aria.  

Parmenide: 

Niente può essere creato dal niente 

Tutti e tre filosofi di Mileto ritenevano che esistesse un solo principio da cui si originava tutto il resto. Ma   come faceva un principio a trasformarsi di colpo in qualcosa di completamente diverso? Chiameremo   questo dilemma il problema del divenire.

Ad Elea, il più noto degli eleatici fu Parmenide, 500 a.C. che sostiene che tutto ciò che esiste è sempre   esistito. Intendeva dire che niente può essere creato dal niente e, di conseguenza, che qualsiasi cosa   esistente non può scomparire nel nulla.   Secondo Parmenide non esiste nessun vero mutamento. A suo parere, i sensi ci forniscono un’immagine   sbagliata del mondo, un’immagine che non coincide con la ragione umana. Capì che il suo compito era   quello di smascherare tutte le forme di inganno dei sensi.   Questa fede così radicata nella ragione umana viene chiamata razionalismo.

Eraclito :

Tutto Scorre  

Eraclito, contemporaneo di Parmenide, originario di Efeso (500 a.C.) dice “tutto scorre”. Tutto è in   movimento e niente dura in eterno. “Non si può discendere due volte nel medesimo fiume”.   Eraclito spiegò anche che il mondo è caratterizzato da stati contrari. Se non ci fosse un continuo gioco tra   gli opposti, il mondo finirebbe.

Empedocle :

Quattro elementi  

La ragione di Parmenide diceva che niente poteva mutare. Le esperienze derivata dai sensi di Eraclito   mostravano che in natura avvenivano mutamenti.   Secondo Empedocle la natura con può avere un solo elemento costituente. La natura è costituita da   quattro radici, la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua. Tutti i cambiamenti che avvengono in natura sono dovuti al   mescolarsi e al separarsi delle quattro radici. Ogni cosa è composta di terra, aria, fuoco e acqua, aggregatisi   in proporzioni diverse.   Secondo Empedocle ci devono essere due diverse forze che agiscono in natura. Lui le chiama Amore (o   Amicizia) e Odio (o discordia). La prima lega le cose, la seconda le separa.

Anassagora :

Tutto è in tutto  

A detta di Anassagora, la natura viene costruita partendo da particelle minuscole che l’occhio non può   vedere. Anche nelle parti più microscopiche è presente tutto.   Se ogni singola cellula del corpo contiene una descrizione particolareggiata di come sono fatte le altre   cellule, si può ben sostenere che “tutto è in tutto” o, in altre parole, che “in ogni cosa c’è parte di ogni   cosa”. Anassagora chiamò “semi” questi principi infinitamente divisibili di cui sono formati i vari corpi.

Democrito :

 Il giocattolo più geniale del mondo…   La Teoria sugli Atomi

L’ultimo dei grandi filosofi della natura si chiamava Democrito (460 – 370 a.C.) nato ad Abdera.   Ipotizzò che tutto fosse composto di mattoncini invisibili, ciascuno dei quali era eterno e immutabile, e a   questi elementi minimi diede il nome di “atomi”. Atomos significa “indivisibile”. Gli elementi con cui viene   costruita ogni cosa non potevano essere divisi all’infinito in parti sempre più piccole. Se gli atomi avessero   continuato a scindersi in parti via via più ridotte, la natura avrebbe cominciato a fluire come una zuppa   sempre più liquida.   I mattoni costruttivi della natura dovevano anche essere eterni, perché niente può essere creato dal niente   …………………………..

Buona lettura

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