Oltre il giardino


Recentemente ho rivisto un vecchio film, dimenticato dalla critica e dai botteghini, “Oltre il giardino”, un film voluto e co-prodotto da Peter Sellers, a mio avviso un grande del cinema.

La sceneggiatura è tratta dal romanzo Presenze (1971) dello scrittore polacco Jerzy Kosinski (1933-1991).

Colpisce la figura candida di un vecchio giardiniere, analfabeta, vissuto sempre in una casa avendo la televisione come unico contatto con il mondo esterno, un po a ricordare il mito della caverna di Platone.

Restano impresse nella mente alcune riflessioni e  passaggi che volentieri condivido con voi invitandovi, se non lo avete già fatto, a concedervi il piccolo piacere della visione di questo film.

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Quando ero bambino mi dissero che Dio ci aveva creato a sua immagine e somiglianza. Fu allora che decisi di fabbricare specchi. Sicurezza, tranquillità, e un meritato riposo. Tutti gli scopi che ho perseguito, presto li avrò raggiunti.

La vita è uno stato mentale.

Tutte le costruzioni create nella nostra mente contribuiscono alla definizione del mondo.In ogni istante siamo soggetti alla nostra vita, alle volte senza riuscire a darne un significato diverso da quello che crediamo abbia.

Le nostre parole sono definite e comprese in un vocabolario, le nostre azioni sono plasmate dall’ambiente e dai tempi in cui viviamo e le nostre necessità seguono un percorso già definito.

C’è un favoloso mondo che racchiude i nostri pensieri in immagini, sensazioni e profumi perfetti. Una magnifica sala degli specchi.

Ma, nella perfezione del riflesso, alle volte appare il diverso.E’ qualcosa di indefinibile, senza origine e senza un’apparente ragion d’essere.Non ha niente che lo possa rendere riconoscibile.

Veste all’antica, ha un volto sereno, sembra essere indifferente alle circostanze. E, in più, ci guarda sorpreso, come se nello specchio lui ci fosse già, e fossimo invece noi gli intrusi.E allora è un attimo voltarsi a parlarci.

Per quanto complesse possano essere le nostre domande e le nostre espressioni (complessità volta forse ad accrescere la nostre convinzioni), le sue risposte sono sintetiche e ogni sua parola ha qualcosa di primordiale.

Ci parla del mondo come di un grande giardino, in cui servono la gentilezza, la cura, e le mani ferme e sapienti di un giardiniere. Non è importante che si muoia, che gli alberi possano ammalarsi e perdere le foglie, se le mani pazienti del giardiniere sapranno rispettare l’inverno, nell’attesa della primavera.

Ci dice che lui non ha legami con il mondo, non è mai stato su un’automobile, né riesce a comprendere la differenza tra un dialogo e una telefonata. Accetta sempre le nostre offerte, e quando il nostro tono è cortese, lui stringe le nostre mani e ripete le nostre parole ricambiandole con un sorriso.

Quando gli si chiede dove sta andando, risponde “da nessuna parte”.La sua bellezza, la sua novità, il suo essere speciale, è proprio questo. Non rappresenta nulla e non è riconducibile a nessuno stereotipo.

Non ha un passato in cui indagare, né una direzione in cui andare. Non ha domande, e il suo tono è misteriosamente sospeso tra ingenuità e saggezza.

Nel suo essere niente è però racchiuso tutto quello che stavamo cercando. Nelle sue metafore, forse involontarie, c’è la risposta a ogni nostro interrogativo.

E quando tutto sembra così perfetto…lui va via, continuando la sua passeggiata nel tempo, con la stessa semplicità con cui è entrato nella nostra vita, e lasciandoci a fissare il nostro volto e a chiederci se la vita non sia altro che uno stato mentale.

In fondo, noi siamo ciò che pensiamo e dobbiamo, almeno, provare a guardare sempre avanti nonostante le quotidiane difficoltà.

Oltre il giardino è una amara e, al tempo stesso, esilarante rappresentazione della nuova società apolide, nutrita di frasi fatte e televisione, in cui il problema dell’incomunicabilità sembra aver perduto la sua importanza, poiché non vi è più nulla da comunicare realmente, oltre l’inadeguatezza che coinvolge la stessa classe dirigente così come i signori della comunicazione e dell’informazione.

Buona visione!

 

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