Gli italiani mangiano meno carne?


Proviamo ad entrare nel delicato terreno del dibattito quotidiano “carne sì, carne no?”. È da mangiare? Non è da mangiare? Basta sapere che sia di qualità? Bisogna rinunciare per il nostro benessere e/o per il benessere animale?

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Cancerogenicità, antibiotici e resistenze, carne edulcorata, allevamenti sostenibili, macelli clandestini… tanti gli argomenti sul piatto!

Al di là delle opinioni di una parte o dell’altra, la valutazione fatta nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle nostre carni, i nostri allevamenti e sulle quantità consumate in media in Italia, sembra rassicurare sia sulla qualità di ciò che mangiamo che sui rischi effettivi per la nostra salute.

I dati di mercato, recentemente pubblicati, evidenziano però un calo dei consumi di carne in Italia.

Ragionando sugli eventuali problemi per la nostra salute, come riportato da Coldiretti e Assocarni, il Rapporto OMS registra consumi di carne in Italia al di sotto della soglia di rischio. 

Gli italiani mangiano in media due volte la settimana 100 grammi di carne rossa e 25 grammi al giorno di carne trasformata.

Il consumo annuo è pari a 78 chili a testa, un 60% in meno rispetto agli Stati Uniti, che ne mangiano 125 chili a testa, o degli australiani con 120 chili e dei francesi con 87 chili.

L’OMS indica invece, come quantità considerate potenzialmente a rischio, 100 grammi al giorno per la carne rossa e 50 grammi al giorno per quella trasformata.

Nel 2015, secondo l’analisi della Coldiretti, la carne è diventata la seconda voce nel budget alimentare delle famiglie italiane dopo l’ortofrutta.

La spesa degli italiani per gli acquisti è scesa infatti a 97 euro al mese per la carne che, con una incidenza del 22% sul totale, perde la prima posizione.

Quindi stanno calando i consumi? Lo scorso mese Coldiretti ha pubblicato un rapporto, dal quale risulta che gli acquisti delle famiglie sono diminuiti del 9% per la carne fresca di maiale, del 6% per quella bovina e dell’1% per quella di pollo e per i salumi.

Più dell’8% degli italiani (7,1% vegetariano e 1% vegani) non mangia più carne. Alla diminuzione dei consumi, oltre a chi ha fatto una scelta cruelty free, ha contribuito anche una parte dei carnivori che hanno deciso di diminuire le quantità consumate, quelli che potremmo definire “reducetariani“.

 La più consumata in Italia, secondo i dati di Assocarni, resta la carne di maiale, 37 chili a testa all’anno, seguita da quella bovina con 21 chili e da quella avicola con 19 chili.

Se la carne registra dati in perdita, i dati Nielsen rilevano una crescita dei prodotti sostituti, a base vegetale. 

Nel 2015 sono cresciute del 27% le famiglie italiane che hanno acquistato almeno un prodotto a base vegetale, 8,5 milioni pari al 34,5% del totale.

Il 70% di queste famiglie ha effettuato l’acquisto almeno due volte, con una media complessiva di 8 prodotti comprati durante l’anno.

Il consumo pro capite in Italia è, quindi, comunque ancora sotto la media europea del 30%.

I prodotti più performanti sono bevande a base vegetale, alternative vegetali allo yogurt e alla panna, dessert a base vegetale.

La soia è al primo posto, ma mandorla, nocciola, riso e cocco sono molto apprezzati e crescono sempre più.
Mentre il consumo di carne cala, quindi, le alternative vegetali sono in crescita.

Dietro a questi dati di consumo ci sono argomenti molto sensibili, accesi dibattiti e scelte non solo alimentari, ma etiche e ideologiche.

In quale fetta di mercato vi ritrovate? Pro carne? No carne? Consumo consapevole?

 

Fonte internet

 

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