Come una grande avventura


Paulo Coelho, scrittore brasiliano, ci ricorda: 

"Quelli che piantano (a differenza di quelli che costruiscono) soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l'attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura".

E’  da questo concetto che dovremmo ripartire per riscoprire la terra, le sue stagioni, la sua essenza per tornare ad essere un tutt’uno con la natura.

Quale cosa migliore di quella di coltivare un piccolo orto per riavvicinarsi alla terra?

Seminare, irrigare, seguire la crescita delle piantine, accudirle con amore, e vedere con gioia sbocciare i frutti, assaporarli cogliendo, forse per la prima volta, l’essenza di quello che mangiamo, è una sensazione che appaga.

                         

Coltivando un piccolo orticello, comunque sufficiente alla produzione di ortaggi per una famiglia media, si ha la possibilità non solo di raccogliere un prodotto alimentare per l’autosufficienza ma anche di acquisire una consapevolezza maggiore.

Sappiamo che è un’attività che ci fa bene, che ci fa riprendere il contatto con l’ordine naturale delle cose, ci fa sentire utili e soddisfatti, insomma ci rimette in sesto, e che, con un piccolo sforzo, è alla portata di tutti.

Fortunatamente stiamo assistendo, con sempre più frequenza, ad un rinnovato interesse per la cura della terra e la consapevolezza della sua importanza.

In questi ultimi tempi notiamo una riscoperta dell’orto terapia, e stanno prendendo piede associazioni che mettono a disposizione, in affitto, orti familiari, solitamente 100 mq, dotati di acqua per l’irrigazione, per permettere a chiunque avesse voglia di coltivare un proprio orto.

L’attenzione verso un rapporto più solidale e rispettoso nei confronti della terra, dei suoi cicli e delle sue infinite potenzialità, dovrebbe servire per far crescere una maggiore coscienza collettiva sulla necessità di preservare il nostro habitat e, con esso, la nostra sopravvivenza.

Possiamo immaginare che già lo stare all’aria aperta, sotto il sole, al vento può portare al corpo dei benefici in salute.

Avere le mani occupate nella terra porta ad allontanare i pensieri negativi, a rilassare la mente e il corpo e a prendere responsabilità verso ciò che stiamo coltivando.

E’ così possibile, oltre ad accrescere la propria salute, imparare il concetto di sequenza temporale, i cicli colturali e la stagionalità dei prodotti.

L’orto terapia sviluppa la pazienza nell’aspettare i momenti giusti, e consoni alle varie fasi di crescita, per avere la raccolta del prodotto.

I benefici, quali autostima e fiducia in se stessi per le capacità acquisite e le scelte fatte, vengono amplificati dai frutti della terra e dal loro impareggiabile sapore genuino.  

Coltivare un orto, stimola oltre alle capacità visive, anche quelle olfattive, uditive, gustative e tattili risvegliando un senso di meraviglia e di sorpresa per la gioia di godere di questi doni.  

Il beneficio più grande per chi pratica l’orto terapia rimane sempre la soddisfazione nella raccolta dei propri prodotti: fiori, frutti, radici, semi e foglie che, con gratitudine, possiamo ottenere con la cura delle piante.

La  nostra quotidianità  riesce solo poche volte a regalarci la consapevolezza dei nostri gesti e delle nostre emozioni.

Pur sapendo di riuscire ad apprezzare le cose solo quando prestiamo attenzione ad esse, continuiamo a vivere di corsa e senza riflettere.

Dovemmo fare qualcosa per noi stessi.

Coltivare un orto ci da la possibilità di rientrare a far parte dell’eterno ciclo delle stagioni, tornare ad assaporare i profumi ed i colori della Terra, distogliere il pensiero dal quotidiano.

Insomma una terapia antistress, un atto d’amore verso noi stessi.

Come un orologio di estrema precisione l'orto incessantemente insegna il suo sapere, il ritmo delle stagioni, l'importanza della luce, l'incidenza del clima, l'influenza degli astri…

E' un atto d'amore, che, come l'amore, richiede pazienza, lavoro e conoscenza.

La complessità della vita dell'orto sembra essere la rappresentazione più calzante dell'unità tra uomo e creato, rappresenta un segno di continuità che ci regala la sensazione di appartenenza alla natura.

L'orto diventa una esperienza sensuale, vedere stagliarsi verso il cielo l'insalatina, addentrarsi nei filari dei pomodori e scorgerne i fiori e i frutti, vedere crescere il frutto delle melanzane, cogliere la fragola appena appena arrossata, fanno raggiungere il piacere!

La sensazione è quella di essere nel centro del creato ed è appagante per i sensi e per la mente.

Il poeta turco Nazim Hikmet, ci invita ad essere in comunione autentica con il mondo:

“Non vivere questa terra come un estraneo o come un turista della natura. Vivi questo Mondo come la casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all'uomo”.

E’ da questi presupposti che l’associazione culturale “Piccolo mondo antico”, nata a Pomezia grazie all’iniziativa di Antonella e Ferruccio, una coppia di appassionati, ha deciso di condividere la propria terra, organizzandola in piccoli orticelli di 100 mq, con altri appassionati, ma anche con chi si avvicina per la prima volta a questa pratica.

Credendo fortemente nei valori della natura, hanno deciso di estendere questa opportunità anche ai bambini, creando il progetto “Ortolandia”, mettendo a disposizione orticelli di 4 mq, per far sperimentare la vita dell’orto e diffondere la conoscenza della natura.

Coltivare l’orto all’interno di una associazione, inoltre, aggiunge anche un altro importantissimo beneficio:

crea relazioni fra le persone mettendo a confronto le identità e generando un senso di socializzazione che aiuta a migliorare e a migliorarsi.

Vincenzo

 

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