La scienza che ci spiega come funziona il mondo


Ho appena finito di leggere un bel libro che, in maniera originale e spesso dovertente, prova a spiegarci   come funzionano le leggi fisiche nella vita di tutti i giorni in un’opera al tempo stesso didattica e divulgativa. 

La grande sfida: far rinascere nel lettore quel senso di stupore nei confronti dei fenomeni naturali che ha sempre rappresentato la molla fondamentale per giungere alle più importanti scoperte scientifiche.

Semplicità, chiarezza e ironia sono gli ingredienti di questo manuale, che vi consiglio di leggere.

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Sono le 7:00 in punto. Il signor Tal Dei Tali sente suonare la sveglia. Blocca la suoneria. Preme l’interruttore della luce. Apre gli occhi e scende dal letto. Si reca poi in cucina e, mentre riscalda un po’ di latte, accende la radio. Quindi apre la finestra e osserva il Sole che sta sorgendo. Nel cielo persiste, seppure offuscato, lo splendore della Luna e di poche stelle.

 Sono circa le 7:02 di mattina. Nel breve intervallo di tempo trascorso dal suo risveglio, il signor Dei Tali ha avuto dei contatti, più o meno marginali, con tutte le principali branche della fisica: la meccanica (ha bloccato la suoneria, ha premuto un interruttore, è sceso dal letto, si è recato in cucina, ecc.), la termodinamica (ha riscaldato il latte), l’acustica (ha sentito la sveglia, ha ascoltato la radio), l’ottica (dal momento in cui ha aperto gli occhi), l’elettricità (ha acceso la luce), l’elettromagnetismo (ha messo in funzione la radio) e l’astrofisica (ha osservato il Sole, la Luna e le stelle).

  Possiamo definire la scienza come un insieme organico di conoscenze che contiene in sé i metodi per giungere a una descrizione della natura – il suo oggetto di studio – ed è idealmente privo di fattori soggettivi, non verificabili. La scienza si basa su dati sperimentali oggettivi, aperti alla verifica e al controllo da parte di tutti e, quindi, ripetibili.

  La magia, al contrario, è un insieme di conoscenze e di procedure rituali rivolte a dominare le forze occulte della natura per sfruttarle a fin di bene (magia bianca) o con finalità malefiche (magia nera). Per sua natura, la magia non è aperta a tutti ma solo a pochi iniziati che condividono l’accesso a un sapere o a un’esperienza esclusiva che, proprio per questo, ha caratteristiche di non ripetibilità L’osservazione della natura è stata sempre accompagnata dalla convinzione che esistessero forze nascoste, la cui conoscenza avrebbe consentito di sopravvivere in un mondo difficile. La scienza e la magia hanno entrambe a che fare con tali forze, cercano di comprenderne le cause profonde e di dominarne gli effetti, ma con risultati del tutto diversi.

  Non bisogna trascurare, comunque, un aspetto della magia di grande interesse e utilità. Quando, ad esempio, gli antichi cacciatori si dedicavano alle pratiche rituali che precedevano la caccia al bisonte, raffigurando sulle pareti della caverna la preda con il cuore trafitto da una lancia, si abbandonavano a un’illusione magica di onnipotenza. Le loro danze rituali erano la rappresentazione esatta di ciò che sarebbe dovuto accadere poi nella realtà.

  Questi comportamenti non avevano soltanto un valore immaginario, magico, ma anche assolutamente pratico. Infatti, se il cacciatore aveva osservato tanto attentamente la preda da poterla disegnare, e se il punto da colpire era stato indicato con esattezza nel disegno, ciò significava che la conoscenza relativa al bisonte era effettivamente solida ed estesa (e tale informazione poteva anche essere lasciata in eredità ad altri cacciatori).

  Allorché l’intera tribù mima una caccia collettiva in una danza propiziatoria magico-rituale, con la speranza di favorire la cattura della preda, è vittima di un’illusione. Tali pratiche non influenzeranno magicamente l’esito della caccia, ma avranno invece un effetto molto concreto: quello di galvanizzare i danzatori (come fanno ancora oggi i neozelandesi prima di una partita di rugby) producendo in loro lo stato d’animo adatto per la cattura della preda, solitamente poco propensa a collaborare.

QUESTIONE DI METODO

  La conoscenza scientifica progredisce mettendo continuamente in discussione i suoi stessi fondamenti. Attraverso esperimenti condotti senza ambiguità e ripetibili nelle stesse condizioni da chiunque abbia gli strumenti e la preparazione necessaria, la scienza solleva lentamente il sipario dell’ignoranza sullo spettacolo della natura. Il metodo sperimentale, lo strumento principale del sapere scientifico, sembrerebbe non appartenere al mondo della magia. Ai dubbi e alle continue verifiche degli uomini di scienza si contrappongono le certezze immobili e immodificabili dei maghi.

  E tuttavia è innegabile che la mentalità magica sia sopravvissuta fino ai nostri giorni, nonostante il prorompente progresso tecnologico. La magia si presenta, nelle società evolute, come un modello interpretativo della natura alternativo a quello scientifico. L’altro mondo, quello parallelo e sovrannaturale degli uomini preistorici, è diventato l’universo del paranormale di molti Homines sapientes contemporanei, non tutti in buona fede. Tazzine scriventi, tavoli volanti, apparizioni di ectoplasmi, telecinesi, premonizioni e molti altri fenomeni inspiegabili costituiscono il pane quotidiano di medium, cartomanti,veggenti e maghi. Duecento anni di indagini non sono stati sufficienti a fornire una sola evidenza di un fenomeno paranormale, mentre, al contrario, molti ciarlatani sono stati smascherati.

  D’altra parte è impossibile e certamente errato pensare che un milione di anni di credenze e superstizioni scompaiano solo perché adesso sappiamo che il fuoco è un processo di ossidazione rapido o che i fulmini non vengono scagliati da divinità nervose. Non basta aver letto libri di fisica (anche se vi consigliamo vivamente di continuare a farlo!) per dormire tranquilli in un castello mentre di notte infuria la tempesta

VIVERE COME HARRY POTTER

  Ognuno di noi ha sperimentato le innumerevoli difficoltà che si devono affrontare per raggiungere una più matura e consapevole coscienza di sé. La ricchezza delle immagini e degli stimoli per la fantasia che scaturisce dal mondo magico rappresentato dalle fiabe svolge un ruolo insostituibile per la nostra formazione. Le fiabe svelano ai bambini, in modo semplice, che le loro paure nascoste possono essere superate e che una vita piena, avventurosa e stimolante è alla loro portata. Tutto ciò per quanto essi siano piccoli e deboli in un universo di ciclopi.

Come Harry Potter, i bambini si chiedono: «Chi sono io? Da dove sono venuto? Qual è il mio posto nel mondo? » Solo superando le asperità dell’adolescenza, si riesce a dare un senso a tali quesiti.

  Chi non vorrebbe possedere quelle mirabolanti scorciatoie magiche apprese nella fantastica e prestigiosa scuola di stregoneria di Hogwarts? Chi non vorrebbe dominare la strapotenza della scopa modello Nimbus 2000 per arrivare alle stelle?

  Il mondo fantastico e magico della nostra infanzia, così come quello dell’infanzia dell’Homo sapiens, fornisce continuamente stimoli che aiutano a comprendere i fenomeni naturali e, con essi, noi stessi. La scienza imbriglia il cavallo pazzo della fantasia e lo conduce sulle strade della conoscenza.

Come sarebbe diversa la nostra vita se il giovane Einstein, sdraiato sotto il caldo sole riflesso nell’azzurro mare della Liguria, non avesse lasciato libera la fantasia e non si fosse chiesto: «E se fossi un raggio di luce… come mi apparirebbe il mondo?»

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Buona lettura