1984 di G. Orwell ovvero come predire il futuro!


Ogni tanto fa piacere rileggere  un libro per guardarlo magari con occhi diversi e percepire nuovi concetti o trovare conferme, 1984 di G. Orwel rientra tra questi.

Orwell aveva già  previsto il pericolo di controllo intellettuale e psicologico delle masse?  

Non sta forse accadendo tramite i social network? Siamo sicuri di leggere notizie vere e di pensare senza condizionamenti sostanziali?

Navigando si rischia di annegare nelle bugie della rete, e dei grandi fake. Smartphone e tablet sostituirebbero così agilmente il Grande Fratello?

Il romanzo, appartiene al genere distopico (utopistico-fantastico) e fu pubblicato nel 1949,  sembra  un monito per le generazioni future a non abbassare mai la guardia  e a non far finta di non vedere le iniquità dei conflitti e la pericolosità della mano potente che ogni dittatura alza sui deboli.

E’ per questo che il libro andrebbe letto, almeno una volta, per aprire gli occhi, guardando al futuro, sul presente che stiamo vivendo.

L’estate è uno dei momenti che si possono dedicare a letture un pò impegnative e quindi vi consiglio “caldamente” di non perdervelo!

 

 

”  Se poi si deve dare un nuovo ordine a ciò che si ricorda o falsificare i documenti scritti, diviene necessario dimenticare di aver agito in quel modo. Si tratta di uno stratagemma che può essere appreso come qualsiasi altra tecnica mentale. Certamente lo apprendono quasi tutti i membri del Partito e tutte le persone intelligenti e perfettamente osservanti dell’ortodossia. In archelingua un simile pro-cedimento viene definito, in maniera affatto esplicita, “controllo della realtà”; in neolingua viene detto bipensiero, anche se questo termine ab-braccia molto altro.

Il bipensiero implica la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe. 

L’intellettuale di Partito sa in che modo vanno trattati i suoi ricordi. Sa quindi di essere impegnato in una manipolazione della realtà, e tuttavia la pratica del bipensiero fa sì che egli creda che la realtà non venga violata.

Un simile procedimento deve essere conscio, altrimenti non potrebbe essere applicato con sufficiente precisione, ma al tempo stesso ha da essere inconscio, altrimenti produrrebbe una sensazione di falso e quindi un senso di colpa.

 Il bipensiero è l’anima del Socing, perché l’azione fondamentale del Partito consiste nel fare uso di una forma consapevole di inganno, conservando al tempo stesso quella fermezza di intenti che si accompagna alla più totale sincerità.

 Raccontare deliberatamente menzogne e nello stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall’oblio per tutto il tempo che serva, negare l’esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile. Perfino quando si usa la parola bipensiero è necessario ricorrere al bipensiero. 

Nel farne uso, infatti, si ammette di ma-nipolare la realtà, ma con un novello colpo di bipensiero si cancella que-sta consapevolezza, e così via, all’infinito, con la menzogna in costante posizione di vantaggio rispetto alla verità.

In fin dei conti, è per mezzo del bipensiero che il Partito è riuscito (e, per quanto ne sappiamo, una simile impresa potrebbe andare avanti per migliaia d’anni) ad arrestare il corso della Storia.

Tutte le oligarchie del passato sono crollate o quando si sono sclero-tizzate o quando si sono ammorbidite: o diventavano stupide e arroganti, non riuscendo a adattarsi al mutamento e quindi venendo rovesciate, oppure diventavano pavide e liberali, facevano concessioni là dove avreb-bero dovuto usare la forza e anche in questo caso venivano rovesciate. Crollavano, in altri termini, per eccesso di consapevolezza o di inconsapevolezza.

È merito del Partito essere riuscito a creare un sistema in cui entrambe le condizioni possono coesistere. Nessun altro fondamento intellettuale avrebbe potuto rendere sempiterno il dominio del Partito. Se si desidera governare e si vuole continuare a farlo, si deve avere la capacità di condizionare il senso della realtà. Il segreto del comando, infatti, sta nel saper unire alla fede nella propria infallibilità la capacità di impa-rare dagli errori passati.

Naturalmente, i virtuosi del bipensiero sono gli stessi che lo hanno inventato, i quali sono ben consapevoli che si tratta di un vasto sistema ba-sato sulla capacità di ingannare la mente.

Nella nostra società, quelli che sanno perfettamente ciò che sta succedendo sono anche quelli che meno riescono a vedere il mondo così com’è. In generale, più si sa, più grande è la delusione: il più intelligente è anche il meno sano di mente.

Una chiara esemplificazione di ciò è data dal fatto che l’isteria di guerra aumenta d’intensità a mano a mano che si sale nella scala sociale. Quelli che hanno di fronte alla guerra l’atteggiamento più chiaro e razionale so-no le popolazioni asservite dei tenitori contesi. Ai loro occhi la guerra non è altro che una continua calamità che passa e ripassa sui loro corpi come l’onda di una marea. Chi vinca li lascia del tutto indifferenti.

Essi sanno bene che un mutamento nell’identità dei dominatori significa soltanto che faranno le stesse cose di prima per padroni che li tratteranno nello stesso modo dei precedenti.

Quei lavoratori appena appena più favoriti, che chiamiamo “prolet”, solo a tratti hanno coscienza di che cosa sia la guerra. Quand’è necessario, è possibile spingerli a parossismi di paura e di odio, ma una volta lasciati a se stessi, sono capaci di dimenti-carsi per lunghi periodi che c’è una guerra in corso.

È nei ranghi del Par-tito, e soprattutto nel Partito Interno, che si rinviene il vero e proprio furore bellico. Alla possibilità di conquistare il mondo credono con la massima fermezza proprio quelli che sanno che si tratta di un progetto irrealizzabile.

Questa particolare commistione di opposti (conoscenza e ignoranza, cinismo e fanatismo) è uno dei segni distintivi della società oceanica. L’ideologia ufficiale è stracolma di contraddizioni, anche là dove non ve n’è alcuna necessità pratica. In tal modo il Partito respinge e mortifica tutti i principi che erano in origine alla base del movimento so-cialista, e ha scelto di farlo proprio in nome del Socialismo.

Predica un disprezzo per la classe operaia che non ha riscontri nei secoli passati e fa indossare ai suoi membri un’uniforme che una volta era tipica dei lavoratori manuali, adottata per questo specifico motivo. Conduce attacchi sistematici al senso di solidarietà proprio della famiglia e chiama il suo capo con un nome che fa direttamente appello al sentimento della lealtà familiare.

Perfino i nomi dei quattro Ministeri che ci governano manifestano una sorta di impudenza nel loro deliberato stravolgimento dei fatti.

Il Ministero della Pace si occupa della guerra, il Ministero della Verità fabbrica menzogne, il Ministero dell’Amore pratica la tortura, il Ministero dell’Abbondanza è responsabile della generale penuria di beni. Queste contraddizioni non sono casuali, né si originano dalla semplice ipocrisia: sono meditati esercizi di bipensiero.

 È infatti solo conciliando gli opposti che diviene possibile conservare il potere all’infinito. Non esiste altro modo per rompere il vecchio ciclo. Se si vuole allontanare per sempre l’uguaglianza fra gli uomini, se gli Alti, come li abbiamo definiti, intendono restare per sempre al loro posto, allora la condizione mentale dominante deve coincidere con una follia tenuta sotto controllo.

Vi è però un’ulteriore domanda, che fino a questo momento abbiamo quasi ignorato, ed è la seguente: perché si deve impedire l’uguaglianza fra gli uomini?

Presupponendo che la dinamica del processo sia stata descritta correttamente, qual è il motivo alla base di questo sforzo immenso e accuratamente pianificato di congelare la Storia in un particolare momento del suo sviluppo?

A questo punto siamo arrivati al segreto di fondo. Come abbiamo visto, la mistica del Partito, e soprattutto quella del Partito Interno, si basa sul bipensiero. Ma dietro di esso vi è il vero motivo, l’istinto irriflesso che portò in origine alla conquista del potere e diede vita al bipensiero, alla Psicopolizia, allo stato di guerra ininterrotta e a tutti gli annessi e connessi successivi.”

Buona lettura,

Vincenzo