Da dove arriva la Befana


La Befana racchiude in sé una grande varietà di tradizioni, pagane e cristiane, che si intrecciano, si sovrappongono e si modificano tra loro.

Il 6 gennaio infatti – nella tradizione cristiana – è il giorno dell’Epifania, il giorno in cui Gesù Bambino si manifestava ai tre re Magi che erano arrivati a Betlemme per vederlo.

“Epiphaneia” in greco significa appunto “manifestazione” e il nome “Befana” non è altro che una derivazione di questa parola.

In realtà poi nella più antica tradizione cristiana il 6 gennaio corrispondeva anche ad altre due occasioni importanti nella vita di Gesù Cristo: era il giorno in cui San Giovanni Battista lo aveva battezzato e anche il giorno in cui a Canaa Gesù si era “manifestato” con il primo miracolo (la trasformazione dell’acqua in vino).

Anche nell’antichità pre-cristiana c’erano ricorrenze importanti a gennaio: gli antichi romani festeggiavano l’inizio dell’anno con delle feste in onore del dio Giano (Januarius deriva proprio dal nome di questa divinità) e della dea Strenia (dal nome di questa dea deriva invece la parola “strenna” nel senso di “regalo natalizio”).

Il periodo fra dicembre e gennaio poi era particolarmente delicato per l’agricoltura: l’imperatore Aureliano aveva proclamato il 25 dicembre “festa del sole” e per 12 giorni (fino cioè alla “dodicesima notte” del 6 gennaio) un tronco di quercia doveva bruciare continuamente perché dal carbone prodotto (eh sì, proprio il carbone che porta la Befana!) si sarebbero potuti trarre auspici sulla fortuna dell’anno successivo. 

Si riteneva inoltre che proprio nelle dodici notti precedenti il 6 gennaio la dea Diana volando nel cielo insieme ad altre figure femminili poteva rendere il terreno più fertile e fecondo. 

In epoca cristiana l’immagine pagana di Diana e di queste donne è stata trasformata nell’immagine di streghe orribili e maligne, ma evidentemente il vecchio carattere positivo non è stato del tutto cancellato.

Di feste per la “Befana” si comincia a parlare già nel XIII secolo (feste caratterizzate da fuochi, canti e balli). Nel Cinquecento le “Befane” sono numerose figure stregonesche che spaventano i bambini e nel Seicento queste Befane si riducono a due, una buona e una cattiva.
 
Solo più tardi si comincia a parlare della “Befana” come di un unico personaggio che ha in sé comunque una forte dualità (vecchia bisbetica che porta i regali ma anche il carbone) e la figura è presente in qualche variante anche all’estero (Frau Holle e Frau Berchta in Germania, per esempio).

Una origine “agricola” della Befana è del resto testimoniata anche dai suoi doni più caratteristici che sono noci e arance. E lo stesso carbone come dono “negativo” fa pensare a una tradizione certamente rurale.
     
Ma queste poche cose non bastano probabilmente a spiegare tutte le tradizioni che possono convergere nella nostra Befana: c’è infatti anche chi parla di un rapporto con Santa Lucia, santa della luce, dell’illuminazione e quindi della “manifestazione”, venerata in particolare in nord Europa.

Certamente altre tradizioni stregonesche, di origine scandinava, possono aver aiutato a modellare questo inconsueto personaggio.
 

Fonte internet

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