Che fico….


Sicuramente vi sarà capitato di vedere delle piante di fichi d’india, somigliano molto ai tradizionali cactus (con i quali in effetti sono botanicamente imparentati).

Queste piante grasse nel periodo estivo producono dei frutti di colore giallo-aranciato e dalla forma tonda o allungata, caratterizzate da un esterno ricoperto da spine che rendono la sbucciatura dei fichi d’india un po’ ostica.

Il frutto è costituito da una polpa succosa e carnosa molto ricca di acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali e nella quale si trovano numerosi semini.

Orginario dell’America meridionale, era considerato dagli Aztechi, che la chiamavano “Nopalli”, un loro simbolo. 

Un’antica credenza narra che il popolo Azteco abbia vagato a lungo prima di trovare il luogo dove costruire la propria capitale.

Secondo gli stregoni l’indicazione doveva arrivare da un’aquila appollaiata su un cactus, e l’evento si verificò su un isolotto deserto di un lago messicano.

La città fu chiamata “Tenochtitla”, che in azteco significava: “il luogo dove abbondano i frutti del cactus che si erge sulla grande pietra”. 
Importato in Europa nel ‘600, il fico d’India, così chiamato perché proveniente dalle terre che Colombo credeva fossero le Indie, venne diffuso nell’Italia Meridionale dai Borbone . 

Frutto dalle numerose specie con fiori gialli o rossi, ha una polpa granulosa, dolce, dissetante, e si presenta come una botticella spinosa con un circoletto di spine alla sommità.

I fichidindia vengono consumati freschi, preventivamente sbucciati e tenuti a lungo in acqua calda per eliminare le spine residue. 
In Sicilia, la grande “foglia” di questa pianta, ancora nei primi decenni del ‘900, era utilizzata macerata per curare: mal di testa, mal di denti, contusioni e lesioni varie agli arti. 

Detta Opuntia ficus-indica questa pianta come abbiamo visto arriva a noi dal Messico e da tempi molto antichi è stata utilizzata dalle popolazioni che vivevano in Sud America. Era coltivata e commerciata anche dagli Aztechi che non solo ne apprezzavano le proprietà ma la reputavano anche una pianta sacra con forti valori simbolici.

Le proprietà dei fichi d’india sono davvero molte, i  frutti sono ricchi di vitamine, soprattutto vitamina C, e minerali tra cui potassio e magnesio.

Contengono inoltre molte fibre che aiutano la peristalsi intestinali contrastando il problema della stitichezza.

Sempre grazie alla presenza delle fibre, i fichi d’india aumentano il senso di sazietà, sono utili inoltre per assimilare meno grassi e zuccheri tenendo a bada glicemia e sovrappeso.

Ecco perché vengono spesso consigliati come spuntino per chi è a dieta e vuole perdere i chili di troppo.

Ma i vantaggi di mangiare fichi d’india non si esauriscono qui: questi frutti favoriscono la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali e in alcuni casi addirittura favorendo l’eliminazione di quelli già presenti; sono ricchissimi di antiossidanti, sostanze utili al nostro corpo per combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare.

Dei fichi d’India si utilizzano sia i frutti che le pale, altrettanto buone e ricche di proprietà.

Con i prodotti di questa pianta si possono ad esempio preparare succhi, marmellate, gelati, granite, sciroppi, frittelle, risotti e molto altro.

Ottimo anche il gel estratto dalle pale da utilizzare non solo per uso interno ma anche da applicare sulla pelle come se fosse un vero e proprio cosmetico naturale viste cicatrizzanti e disinfettanti.

Estratti di fichi d’india si utilizzano anche per arricchire creme e shampoo dato che sembra possano contribuire ad una maggiore crescita dei capelli.

I fichi d’india sono frutti poco calorici, 100 grammi apportano infatti al nostro organismo circa 55 calorie. C’è da considerare però che un singolo frutto pesa intorno ai 200-300 grammi arrivando solo in rari casi a 400 grammi.

 

È sconsigliato consumare fichi d’india a chi soffre di diverticoli, i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti.

Meglio sempre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali di tipo gastrointestinale.

 Fonte internet